Scienziati progettano un deposito lunare per salvaguardare le specie del nostro pianeta

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di Francesca Argentati

10 Agosto 2024

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Le specie a rischio sulla Terra potrebbero trovare una nuova possibilità sulla Luna, grazie al progetto ideato da un nuovo studio. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Specie a rischio sulla Terra e crioconservazione lunare

Gli scienziati hanno un nuovo obiettivo: quello di riuscire a tutelare le specie terrestri criogenicamente sul nostro satellite. Una nuova ricerca ha portato all'idea di utilizzare crateri lunari che si trovano costantemente all'ombra del sole per salvaguardare gli esseri viventi del nostro mondo nel caso in cui si verificassero problemi sulla Terra. 

Questi crateri, infatti, avrebbero temperature abbastanza fredde da permettere la conservazione criogenica delle specie, abbandonando l'uso dell'azoto liquido e dell'elettricità. Gli scienziati hanno sviluppato questo piano basandosi sulla riuscita della crioconservazione di campioni di tessuto cutaneo di un pesce, che ha portato all'obiettivo di dar vita a un biodeposito capace di tutelare campioni e materiale biologico appartenente anche ad altre specie terrestri.

Mary Hagedorn, criobiologa dello Smithsonian's National Zoo and Conservation Biology Institute, USA, e prima autrice della ricerca, ha dichiarato: "Inizialmente, un biodeposito lunare avrebbe come scopo la tutela delle specie più a rischio sulla Terra oggi, ma il nostro obiettivo finale sarebbe quello di crioconservare la maggior parte delle specie presenti sul nostro pianeta."

Perché sfruttare i crateri lunari come biodepositi?

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Come anticipato, l'idea si è ispirata nello specifico al Global Seed Vault nell'Artico della Norvegia, precisamente delle isole Svalbard, dove vengono conservati oltre un milione di semi diversi per la salvaguardia delle varie colture. Tuttavia, nel 2017 questo deposito è stato messo in pericolo dallo scioglimento del permafrost e questo ha portato alla considerazione che l'aumento delle temperature e l'innalzamento dei livelli del mare potrebbe rendere necessarie nuove soluzioni.

Per riuscire a conservare efficacemente le cellule animali sono necessarie temperature inferiori ai -196°, a differenza di quelle vegetali, per cui sono sufficienti le temperature artiche. Sul nostro pianeta, raggiungere una soglia di freddo simile richiede l'ausilio di elettricità, azoto liquido e lavoro umano. Ma se queste risorse non fossero più disponibili, il biodeposito sarebbe compromesso. Ecco perché la Hagedorn e i suoi collaboratori hanno pensato alla Luna e ai suoi crateri situati nelle regioni polari. Queste zone raggiungono i -246° grazie alla profondità e all'ombra perenne della quale godono, ma resta un problema da risolvere: le radiazioni che potrebbero danneggiare i campioni e il relativo DNA.

Obiettivi e limiti del biodeposito lunare

Per ovviare a questo problema, gli scienziati hanno pensato di conservare i campioni nel sottosuolo o in una struttura munita di pareti composte da roccia lunare. Restano da chiarire i possibili effetti delle radiazioni sul materiale crioconservato e della microgravità, pertanto saranno necessarie ulteriori ricerche. L'obiettivo è anche quello di "aumentare i viaggi spaziali, la vita è preziosa e, per quanto ne sappiamo, rara nell'universo. Questo biorepository fornisce un altro approccio parallelo per conservare la preziosa biodiversità della Terra."

In ogni caso, osservano alcuni gli esperti, questo progetto avrebbe costi e sforzi non indifferenti e che verrebbero sottratti agli attuali progetti di conservazione della natura in corso sulla Terra. Non resta che attendere di scoprire se il progetto della Hagedorn, che grazie alla crioconservazione è riuscita a salvaguardare alcune specie di coralli in via di estinzione, diventerà realtà oppure no.