Telecamere montate sui leoni marini mostrano i fondali oceanici: la chiave per la loro conservazione

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di Gianmarco Bonomo

22 Agosto 2024

Un leone marino australiano, come quelli coinvolti dai ricercatori nelle riprese dei fondali oceanici

Brian M Hunt/Wikimedia Commons - CC BY-SA 3.0

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Oggi sono tantissime le specie a rischio estinzione, ed è possibile attuare piani di salvaguardia soltanto attraverso una maggiore consapevolezza del loro ecosistema. Parte proprio da questa idea il progetto di alcuni ricercatori australiani, che ha permesso di studiare un gruppo di leoni marini appartenenti ad una specie a rischio. Per ottenere questi risultati, il team di ricerca ha installato delle telecamere su alcuni individui adulti, che ci hanno permesso di esplorare i fondali oceanici e il loro habitat come mai prima.

Una finestra unica sul mondo dei leoni marini australiani

Alla base del progetto ideato dai ricercatori dell’Università di Adelaide e del SARDI, il South Australian Research and Development Institute, c’è il sistema di ancoraggio delle telecamere sul dorso dei leoni marini mediante adesivo. Si tratta di una soluzione che permette di raccogliere dati essenziali sul comportamento di questi animali senza però arrecare loro alcun danno.

Lo scopo dei ricercatori, diretti dal professor Simon Goldsworthy, è quello di studiare l’habitat di questi leoni marini, gli unici endemici dell’Australia, con l’obiettivo di capire perché la loro popolazione diminuisce con il tempo. Negli ultimi decenni, infatti, il numero di questi mammiferi marini è diminuito del 60%. Gli sforzi per la loro conservazione sono recenti, e pertanto necessitano di dati certi per intraprendere qualsiasi azione.

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Usare i leoni marini per riprendere il fondale dell’oceano

Mappare un fondale marino è un processo lungo e costoso che richiede l’uso di telecamere montate su barche o lasciate cadere sul fondo del mare. Come si può intuire, si tratta di un processo estremamente complesso che può anche rivelarsi inefficace, a seconda delle condizioni meteorologiche. Di conseguenza, poter contare sulla “guida” dei leoni marini australiani ha completamente cambiato le prospettive dei ricercatori.

Infatti, il team guidato da Goldsworthy ha utilizzato otto femmine provenienti da due colonie a cui applicare le telecamere. Questa iniziativa ha permesso di coprire un’area di oltre 5000 chilometri quadrati e girare oltre 90 ore di riprese dei fondali oceanici. Fra i video più interessanti, ed emozionanti, ce n’è uno in cui la madre porta il piccolo a lezione di caccia: gli ha mostrato i posti migliori e le tecniche da impiegare quando è necessario procacciarsi il cibo.

Verso la conservazione di una specie in via d’estinzione

Lo studio dei ricercatori australiani, pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science, rappresenta un esempio perfetto di come le nuove tecnologie possano contribuire concretamente alla salvaguardia delle specie a rischio. Le telecamere che hanno permesso di riprendere i fondali oceanici e le abitudini dei leoni marini australiani sono state applicate mediante un adesivo semplice da rimuovere, le cui tracce verranno rimosse durante la muta del pelo.

Di fronte al rischio di estinzione di alcune specie, progetti come quello diretto da Simon Goldsworthy permettono di aprire nuove strade per la ricerca scientifica. I ricercatori hanno dimostrato come sia possibile salvaguardare i leoni marini australiani senza metterli ulteriormente in pericolo. Una lezione da tenere bene a mente per il futuro, e non solo.

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