Il telescopio James Webb ha trovato un enorme punto interrogativo nello spazio: cosa vuol dire?
NASA
Rispetto a pochi decenni fa, oggi sappiamo molto di più sull’universo e sulla sua composizione, sulla sua storia e sul suo futuro. Eppure, nonostante le risposte trovate grazie alle continue scoperte degli scienziati e alle immagini dei telescopi, rimangono tuttavia molti punti interrogativi. Letteralmente, a volte. Infatti, è recente la scoperta di punto interrogativo nello spazio, fotografato dal James Webb Space Telescope. Di cosa si tratta? E davvero l’universo cerca di dirci qualcosa? Scopriamolo insieme!
Una incredibile lente gravitazionale
A vedere la foto scattata dal JWST, sembra davvero di trovarsi di fronte a un enorme punto interrogativo nello spazio. Che anche l’universo stia tentando di comunicare con noi? Ecco, sì e no, perché il punto interrogativo che vediamo è in realtà un caso di pareidolia, ossia un’illusione che ci porta a vedere oggetti conosciuti in forme casuali. E in effetti, lo strano oggetto cosmico è in realtà formato da tre galassie che offrono questo effetto visivo grazie a una lente gravitazionale.
Una lente gravitazionale, effetto già previsto da Einstein, è un fenomeno che avviene quando il percorso della luce di un oggetto molto distante da noi viene deformato in conseguenza della deformazione dello spaziotempo. In pratica, se la luce passa accanto a una massa enorme, lo spaziotempo si piega e così fa anche la luce, creando galassie curve, strani effetti visivi… e punti interrogativi nello spazio.
Tre galassie per una domanda
NASA, ESA, CSA, STScI, V. Estrada-Carpenter (Saint Mary's University)
La foto scattata dal James Webb Space Telescope mostra tre galassie che formano, ai nostri occhi, un punto interrogativo nello spazio. Due di queste formano la parte superiore del particolare simbolo: la prima è piena di polvere cosmica ed è di colore rosso, mentre la seconda è una galassia a spirale bianca. Infine, c’è il punto formato da una terza galassia allineata alla perfezione con il telescopio. Anni fa, persino Hubble aveva fotografato la stessa scena, ma il suo livello di dettaglio era molto più basso rispetto al JWST, per cui non era stato in grado di catturare alcuni dei dettagli che oggi possiamo vedere.
Inoltre, le prime due galassie si trovano a circa 7 miliardi di anni luce da noi: quello che vediamo è pertanto ciò che avveniva circa 7 miliardi di anni fa. Quelle due galassie oggi potrebbero benissimo essersi fuse, o essere ormai distanti, ma noi non possiamo saperlo. Non ancora, almeno.
Oltre il punto interrogativo cosmico
La scoperta di un punto interrogativo nello spazio è, al netto del semplice umorismo o della sottile metafora, straordinaria. Innanzitutto, mostra ancora una volta quell’incredibile strumento che è il JWST, anche rispetto al telescopio Hubble che pure continua a scrutare il cielo. In secondo luogo, osservare una lente gravitazionale è sempre un’opportunità per astronomi e astrofisici, perché permette di guardare oltre galassie insormontabili, e studiare cosa si nasconde dietro di esse.
Insomma, questa scoperta può anche sembrare semplice e banale: in fondo, si è trattato soltanto di analizzare e colorare alcune immagini ottenute sullo spettro infrarosso, e guardarne le diverse porzioni. Ma in realtà la sua portata è molto più ampia: ancora una volta, dimostra che oggi è possibile vedere l’universo come mai prima e, magari, rispondere ad alcuni dei suoi misteri più indecifrabili. Partendo dai punti interrogativi giusti.