Arrivato sulla Terra un segnale radio dallo spazio profondo: è partito 8 miliardi di anni fa

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di Gianmarco Bonomo

18 Settembre 2024

Una rappresentazione del percorso che l'ultimo FRB scoperto ha avuto dalla sua origine fino alla Terra

M. Kornmesser/Eso

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Quando pensiamo all'universo, immaginiamo una distesa infinita con qualche corpo celeste ma, per la maggior parte, completamente vuota. Eppure, oltre a stelle e pianeti, lo spazio è pieno di particelle in movimento, fotoni e onde elettromagnetiche che viaggiano per enormi distanze e tempi lunghissimi. A volte, arrivano anche sulla Terra, come scoperto di recente da un team di astronomi: il segnale radio più antico mai registrato dall’uomo, che si è originato otto miliardi di anni fa. Vediamo di cosa si tratta!

Il segnale radio più antico e potente mai scoperto

Dopo aver viaggiato attraverso lo spazio per otto miliardi di anni, il segnale radio è stato scoperto dagli scienziati qui sulla Terra. Nello specifico, dobbiamo immaginare un lampo di luce incredibilmente potente che tuttavia non dura pochi secondi, bensì pochi millisecondi o anche meno: si tratta di un Fast Radio Burst, o lampo radio veloce. Queste le parole di Ryan Shannon, astrofisico della Swinburne University of Technology e fra gli autori dello studio:

Si tratta di una potenza sufficiente per scaldare nel microonde una ciotola di popcorn grande circa due volte il Sole. Lo studio conferma che i lampi radio veloci sono eventi comuni nel cosmo, e che saremo in grado di utilizzarli per rilevare la materia tra le galassie e comprendere meglio la struttura dell’universo.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Science, si chiede anche che tipo di esplosione possa produrre un FRB del genere, ossia il segnale radio più antico e potente mai scoperto. In meno di un millisecondo, infatti, il segnale ha rilasciato la stessa energia che il Sole può emettere in 30 anni.

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Cosa sono i lampi radio veloci?

I telescopi ASKAP in Australia, che per primi hanno scoperto il FRB originatosi otto miliardi di anni fa

CSIRO/Wikimedia Commons - CC BY 3.0

La chiave per comprendere il mistero del segnale radio più antico e potente mai scoperto sono i Fast Radio Burst, i lampi radio veloci. Si tratta di fenomeni enigmatici di cui non sappiamo ancora molto: nello specifico, FRB 20220610A è stato intercettato nel giugno del 2022 dai radiotelescopi ASKAP in Australia. In seguito, i dati sono stati affinati da altri telescopi in Europa e Sud America, al fine di tracciare l’origine del segnale.

I ricercatori hanno quindi scoperto la regione dello spazio in cui si sarebbe originato il lampo radio veloce: non si tratterebbe di una singola galassia ma di un intero ammasso di galassie che si stava fondendo. Questo e altri FRB potrebbero quindi essere collegati alle stelle di neutroni, oggetti estremamente densi e con un campo magnetico enorme. In pratica, i lampi radio veloci potrebbero originarsi dalle collisioni fra stelle di neutroni e buchi neri, oppure per via della natura dei sistemi binari che includono le stelle di neutroni.

Attraverso l’universo per otto miliardi di anni

Come dicevamo nell’introduzione, anche se a noi sembra il contrario, lo spazio non è per nulla vuoto. Non si tratta soltanto di onde elettromagnetiche e lampi radio veloci, ma anche di altre particelle elementari, come gli elettroni per esempio. Secondo Ryan Shannon, in pratica, studiare un FRB può aiutare a comprendere meglio la materia disseminata nello spazio fra le galassie:

Anche in uno spazio quasi completamente vuoto, i lampi radio veloci possono “vedere” tutti gli elettroni, e questo ci consente di misurare quanta materia c’è fra le galassie. Se infatti contiamo la quantità di materia normale nell’Universi, gli atomi di cui siamo tutti fatti, scopriamo che più della metà di ciò che dovrebbe esserci oggi è mancante.

Di conseguenza, il modo in cui questi FRB interagiscono con lo spazio fra le galassie può dirci molto di più su com’è distribuita la materia nell’universo. Ciò è ancora più importante se consideriamo che l’ultimo lampo radio veloce è il più antico e potente mai scoperto: ha attraversato l’universo per otto miliardi di anni fino ad arrivare a noi. E proseguire oltre.

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