Perché le penne BIC hanno un foro? Scoprite tutti i segreti di questo oggetto famosissimo
Quando pensiamo alla penna BIC, l’immaginario che si apre nei nostri ricordi ci riporta sicuramente indietro nel tempo, tra banchi di scuola e grembiuli stropicciati. Ma questo storico oggetto, tra i più comuni e diffusi dagli anni 80 ad oggi, nasconde piccoli segreti e simpatiche curiosità delle quali sicuramente vi siete accorti. Ecco la loro spiegazione tecnica.
Perché c'è un piccolo foro a metà del tubo?
Il foro sulla BIC serve a regolarne la pressione interna. Senza di esso il minimo cambiamento di pressione tra l'esterno e l'interno avrebbe come conseguenza la fuoriuscita dell'inchiostro o comunque un malfunzionamento nella scrittura.
Perché il tappo è bucato?
I primi tappi non riportavano un foro nella parte più stretta, ma alla fine degli anni 80 si inserì questa caratteristica per questioni di sicurezza. Il tappo è infatti la parte che più spesso si tende (soprattutto i più piccoli) a mettere in bocca: praticando quel piccolo foro si limita di molto il pericolo di soffocamento nel caso in cui il tappo venga accidentalmente ingerito.
Perché scrive solo se rivolta verso il basso?
Se usate una penna BIC capovolgendola (come se, per capirci, voleste scrivere sul soffitto) dopo qualche minuto smetterà di funzionare. Questo perché il suo meccanismo necessita della forza di gravità per permettere all'inchiostro di raggiungere la sfera e quindi fuoriuscire.
Quanto si può scrivere con una singola penna?
Questa penna è divenuta famosa per essere una delle più efficienti: un singolo pezzo può infatti scrivere fino a 3,2 km di linea retta. Ovviamente questo parametro risente delle condizioni esterne: le caratteristiche delle penne BIC sono garantite solo in un intervallo di temperatura tra i 5 e i 30 gradi.
Perché è esagonale???
La forma ad esagono deriva da diversi fattori. In primo luogo nel processo di produzione e stoccaggio è più facile impilarle e occupano meno spazio. Inoltre questa forma impedisce che rotolino costantemente in terra se poggiate su una scrivania o un banco di scuola. Ancora, la forma esagonale assicura una presa migliore con la mano rispetto ad un semplice cilindro. E infine, aspetto da non sottovalutare, chi non ha mai riavvolto una cassetta musicale usando la sua BIC? ;-)
Perché si chiamano BIC?
Il nome deriva semplicemente da quello dell'uomo che l'ha brevettata, Mercel Bich, dal quale è stata eliminata la lettera finale.
Come è nata?
Il primo brevetto della BIC è stato depositato nel 1988, ma paradossalmente nessuno se ne interessò e fu abbandonato.
Nel 1938 però il giornalista Ladislao Biro, argentino di origini ungheresi, recuperò il brevetto rendendosi conto che permetteva di scrivere a lungo senza la scocciatura di dover ricaricare la penna. Nel 1943 collaborò con l'imprenditore George Meyne per migliorare il sistema, chiamandolo birome (dall'unione dei loro nomi).
Nel 1951 infine tutto fu rilevato da una società francese che iniziò a lavorare al prodotto che conosciamo tutti.
Perché il tubicino dell'inchiostro non è riempito fino al bordo?
Logicamente verrebbe da pensare ad una questione di risparmio, ma non è così. L'inchiostro delle BIC è un materiale che si espande e si liquefa in conseguenza dei cambiamenti di temperatura: se il tubicino fosse pieno, il calore della nostra mano basterebbe a far traboccare il contenuto.