La storia della ragazza che si è tolta il velo e ha sfidato le leggi del governo iraniano
Fin dai tempi antichi, nella legge islamica, è obbligatorio per tutte le donne di età superiore ai 7 anni l'uso in pubblico di un velo. Capelli, orecchie e collo devono essere coperti.
Questa tradizione, riconosciuta da molte persone come il simbolo della subordinazione femminile, è oggetto di continui dibattiti tra chi ne sottolinea l'importanza culturale e chi vorrebbe renderla una libera e personale scelta di ogni donna.
via buzzfeed
Questa immagine mostra i tipi diversi di velo
Dal 1979, tutte le donne in Iran devono indossare l'hijab in pubblico. Ma una parte di esse vede l'obbligo come una violazione dei propri diritti e della propria libertà.
Nel 2014 sono state multate e arrestate 3,6 milioni di donne per "crimini contro la moralità pubblica", poiché non avevano utilizzando l'hijab come prescritto dalla legge. È stata istituita una polizia morale, incaricata di effettuare controlli e prendere misure pesanti in caso di violazioni.
Per una parte delle donne iraniane indossare l'hijab è un'importante pratica religiosa e fa parte dello stile di vita, di un modo di vestirsi modesto e corretto verso la propria religione. Ma un'altra parte crede che l'obbligo di indossarlo sia ingiusto e oppressivo.
Masih, come altre donne iraniane, è cresciuta in una famiglia religiosissima e conservatrice, ma ha sempre messo in discussione l'uso dell'hijab. Vestirsi come ci si sente e scegliere gli abiti che si vuole fa parte dei diritti umani, sostiene la donna.
Ora vive negli Stati Uniti e gode di una libertà che non aveva mai sperimentato prima. In segno di protesta ha compiuto un atto rischioso, fotografandosi con e senza velo. In poco tempo le immagini sono state diffuse sui social.
Le immagini sono state condivise e diffuse rapidamente e presto altre donne come lei hanno avuto il coraggio di esporsi, dichiarando di sentire l'hijab come un'oppressione.
Vedendo l'incredibile risposta ottenuta, Masih ha creato una pagina chiamata My Stealthy Freedom, che ora ha quasi un milione di followers.
Il governo iraniano ha cercato di screditarla, ma il movimento non si è fermato.
Nella pagina, le donne postano fotografie di se stesse senza il velo e condividono le loro esperienze, in segno di protesta contro le leggi iraniane, incoraggiando un modo diverso di praticare la loro religione, indipendentemente dal proprio abbigliamento.
Una protesta pacifica e coraggiosa, in cui il velo non è obbligatorio e ogni donna può decidere per se stessa.
Masih ha deciso di non tornare in Iran, sarebbe troppo pericoloso per lei. È una giornalista e avvocato, residente a New York, che difende la libertà religiosa, i diritti umani e continua ad ispirare altre donne a cercare la libertà, l'uguaglianza e la giustizia.
Le donne iraniane hanno ancora una lunga strada da percorrere prima che ci sia un cambiamento.
Nel frattempo, il suo progetto ha aumentato la consapevolezza e incoraggiato le donne come lei ad esprimere il proprio desiderio di vedere un Iran più tollerante e libero. Non solo le donne, ma anche gli uomini sostengono la proposta in difesa della libertà: "Essere in grado di sentire il vento e la pioggia nei capelli è un atto che non può essere represso".
Nel video che segue possiamo vedere una sua intervista.