Una fotografa entra in un allevamento di maiali: i loro sguardi valgono come mille parole
La fotoreporter Jo-Anne McArthur è arrivata in Italia per presentare il suo libro ispirato al progetto "Noi Animali", un archivio fotografico di animali ritratti in allevamenti, laboratori chimici, acquari, mercati e circhi, comparati ad animali ospitati invece in rifugi, immortalati nel loro habitat naturale.
La fotoreporter vanta una carriera decennale nella documentazione delle drammatiche condizioni in cui versano gli animali negli allevamenti, in tutti i paesi del mondo indistintamente.
Supportata dal team investigativo dell'associazione no-profit Essere Animali, Jo-Anne McArthur è entrata di notte in uno dei più grandi allevamenti di maiali dell'Emilia Romagna per raccontarci, senza nessuna immagine cruenta, come si svolge la vita di un maiale destinato al macello.
La prima impressione è subito stata quella di essere in una "fabbrica" di maiali più che in un allevamento.
Il complesso consta di 30 capannoni, classificati in gabbie di gestazione, gabbie parto e box d'ingrasso.
In queste strutture i maiali trascorrono gran parte della loro vita, prima di essere trasportati al macello.
Tutto il processo è ottimizzato per ottenere un maiale in carne nel minor tempo possibile e soprattutto con il minor costo.
In questo contesto i maiali non sembrano più esseri viventi: sono piuttosto oggetti, macchine di produzione.
La sofferenza, oltre ad essere fisica, è per lo più psicofisica, come testimoniano gli sguardi dei maiali avvicinati da Jo-Anne McArthur.
In questa struttura non c'è nulla di illegale. Le condizioni in cui vivono gli animali e le frenetiche tempistiche di ingrasso a cui sono sottoposti sono interamente previste dalla legge italiana.
Nulla di tutto questo è passibile di denuncia.
Il portavoce di "Essere Animali" afferma che non basta acquistare carne biologica, in quanto un allevamento può essere ugualmente industriale anche se utilizza un cibo biologico.
Non solo maiali, ma purtroppo tutti gli animali destinati al macello sono costretti a vivere questa terribile situazione nel poco tempo che trascorrono su questa terra.
Sono i loro sguardi ad essere più spiazzanti. In tutto questo, i maiali sembrano conservare molta più umanità degli uomini che acconsentono invece a queste violenze, senza batter ciglio.
Solo l'informazione e la consapevolezza dei consumatori potranno cambiare la situazione.
Nella monotonia di questa non-vita, la visita notturna della fotografa suona come un evento epocale, a cui gli animali rispondono con curiosità ed entusiasmo.
Le emozioni che si incontrano in questi luoghi sono le stesse dell'esterno: una mamma che si preoccupa dei suoi piccoli, i cuccioli eccitati che cercano di giocare tra le sbarre di ferro.
Immaginate di trascorrere la vostra breve vita immobili nella stessa posizione, e che l'unico viaggio che romperà la routine sarà quello verso il macello.
La scelta dei prodotti che vanno a finire nel carrello diventa quanto mai difficile e fondamentale.
Di certo queste foto mettono a dura prova molte nostre convinzioni... Qual è la tua opinione a riguardo?