A 19 anni trova il modo per ripulire gli oceani: ecco l'invenzione a cui nessuno aveva mai pensato
Con la diffusione delle immagini allarmanti sulla situazione del nostro pianeta, l'uomo sta diventando sempre più consapevole dell'esigenza di adottare uno stile di vita caratterizzato dal risparmio energetico e dal riciclo. Tuttavia non sarà certo il suo spavento a fermare l'inquinamento. Potrà farlo invece l'invenzione di questo 19enne, almeno per quanto riguarda i mari e tutti gli altri bacini idrici inquinati. Si tratta di un sistema di pulizia efficiente e a basso costo, progettato dal giovane Boyan Slat, studente inventore olandese.
Ecco di cosa si tratta.
La plastica è un problema fondamentale del mondo moderno: prima si è incentivato il suo utilizzo, ora c'è il problema del suo difficile smaltimento.
In mare i pezzi di plastica vengono ingeriti dagli animali. L'uomo, cibandosi di loro, assorbe di conseguenza tutte le sostanze contaminanti contenute nei loro stomaci.
Il 50% degli imballaggi è costituito da plastica che utilizziamo e poi gettiamo via: solo una piccola parte della plastica prodotta viene riciclata o riutilizzata.
In molti paesi del mondo sono state adottate misure drastiche: nella città di San Francisco ad esempio, entro il 2020 verrà eliminata del tutto la vendita di acqua in bottiglie di plastica.
In mare galleggiano quantitativi impressionanti di rifiuti, per non parlare di quelli sommersi. Secondo una stima, 5 miliardi di pezzi di plastica galleggiano in mare in questo momento. Non c'è alcun piano per sbarazzarsi di loro, vengono semplicemente lasciati decomporre. Con il tempo, raggiungono dimensioni abbastanza piccole da poter essere ingeriti da animali.
Tutti sono d'accordo sull'esigenza di ripulire i nostri mari da tutte le materie plastiche inquinanti, ma pochi hanno proposto una soluzione concreta.
Forse grazie alla sua giovane età e alla sua fantasia, il giovane Boyan Slat ha pensato ad una soluzione che è sfuggita a molti scienziati; semplice ed efficiente.
Boyan ha pensato di sfruttare le correnti oceaniche: in questo modo non bisognerà fare altro che aspettare che l'immondizia venga da noi.
Usando le 5 grandi correnti circolari causate dall'azione dei venti e dalla rotazione terrestre, il giovane ha ideato una barriera enorme lunga 100 km a forma di V, per arrestare l'avanzata di plastica trasportata. Il concetto è: perché andare in giro a "pescare" la plastica quando possiamo solo aspettare che questa venga da noi?
Una volta raggiunta la 'V', la plastica verrà raccolta da una piattaforma ad imbuto azionata dalla luce solare: l'immondizia raccolta verrà destinata agli stabilimenti di riciclo.
Dal momento che non si tratta di una rete mobile trascinata nell'acqua, ipotizzata da altri ricercatori per recuperare la plastica, la sicurezza dell'ambiente marino non sarà compromessa. Gli animali potranno facilmente aggirare la barriera, senza rimanere intrappolati.
La teoria è molto promettente anche se necessita di molti test che ne verifichino l'efficacia, prima di essere messa in atto.
Si è deciso di testare per la prima volta questo dispositivo alla fine del 2016, sulle coste del Giappone.
Ci auguriamo che l'idea di Boyan si riveli brillante e che possa alimentare la speranza di tornare a vedere i nostri mari puliti.
Queste invenzioni però non bastano: insieme a loro è fondamentale predisporre le nuove generazioni alla conservazione di questo bellissimo, ed unico, pianeta su cui viviamo.