Linguaggio indecifrabile e piante sconosciute: un manoscritto medievale ancora avvolto nel mistero

di Silvia Ricciardi

29 Maggio 2016

Linguaggio indecifrabile e piante sconosciute: un manoscritto medievale ancora avvolto nel mistero

Custodito all'Università americana di Yale, il manoscritto di Voynich rappresenta un raro caso di codice medievale di attribuzione incerta e di interpretazione ancora più indecifrabile, fattori che lo rendono il libro più misterioso al mondo.

Sfogliando insieme a voi alcune pagine nella nostra gallery, scopriremo cosa si sa di questo manoscritto e cosa è ancora avvolto nell'ombra del mistero...

via nonsolochimica.wordpress.com

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Il manoscritto di Voynich prende il nome dal commerciante polacco Wilfrid Voynich che lo acquistò da un collegio Gesuita nei pressi di Frascati (Roma) nel 1912 e lo fece conoscere al mondo intero.

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La pergamena utilizzata per realizzare il codice, composto da disegni e testi disposti su 204 facciate, è fatta di capretto e l'analisi di minuscoli frammenti delle sue pagine hanno permesso di datare la carta fra il 1404 e il 1438.

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Nel codice sono ben distinguibili quattro sezioni associate a quattro argomenti distinti: botanica (in cui si fa riferimento a piante completamente sconosciute), astronomia (in cui si parla di segni zodiacali), biologia (in cui sono presenti diverse figure femminili nude) e farmacologia (con raffigurazioni di vegetali e radici sconosciute accanto a strumenti utilizzati da medici medievali).

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Nel corso degli anni il codice è stato attribuito a diverse personalità, quali Ruggero Bacone (che però è vissuto in un periodo antecedente alla datazione della pergamena), Eretici Catari, la coppia inglese John Dee, filosofo e matematico, e Edward Kelly, alchimista, e, in ultima istanza, ad Antonio di Pietro Averlino, detto Il Filarete.

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Riguardo le cause che hanno spinto alla sua realizzazione, si sono avvicendate diverse ipotesi: all'inizio si pensò ad un libro farsa per trarre in inganno qualche potente di una corte europea, poi si optò per un possibile atto di spionaggio industriale a vantaggio dell'Impero Ottomano contro Venezia. Quello che si sa è che tutte le parole sono state composte usando dai 2 ai 10 caratteri per un totale di, forse, 28 caratteri differenti, senza alcun utilizzo della punteggiatura.

Di fatto, ad oggi, il libro rimane indecifrabile nonostante l'attenzione e l'ausilio del popolo di internet; un mistero medievale che forse durerà per sempre.