Scarpe prodotte con bottiglie di plastica e reti da pesca illegali: così la moda diventa green
A porre l'accento sul preoccupante tasso di inquinamento a cui sono sottoposti gli oceani, e in generale tutti i mari, non sono solo le associazioni ambientaliste, ma stavolta è il rinomato marchio sportivo Adidas stesso: lo fa lanciando una nuova linea di scarpe da corsa create con gli scarti di reti da pesca, i primi a causare seri danni alla fauna marina. In particolare, ogni scarpa è fabbricata riciclando 16 bottiglie di plastica e 13 grammi di reti. Un'idea nata dalla collaborazione con l'associazione attivista Parley for the Oceans, che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'inquinamento marino e sui cambiamenti climatici.
Adidas commercializzerà soltanto 50 esemplari di queste scarpe: il numero limitato è dovuto alla difficile conversione dei materiali di riciclo in fibre resistenti e di qualità per una scarpa di alto livello.
Non è tanto la plastica a creare difficoltà nella creazione di fibre tessili, quanto le reti da pesca: oltre ad emanare un odore sgradevole, il nylon di cui sono costituite è molto resistente e richiede di essere prima ridotto in una polvere fine e poi sintetizzato in fibra tessile.