Un'eruzione la distrusse 21 anni fa: ecco a voi la Pompei dei Caraibi, tuttora disabitata
Quando parliamo di eruzioni vulcaniche che hanno spazzato via intere città pensiamo subito alla storia di Pompei antica, un evento disastroso di cui abbiamo tracce storiche intatte. Eppure anche in tempi recenti è accaduto qualcosa di simile. Il 18 luglio 1995 a Montserrat, un'isola del Mare dei Caraibi, si è verificata un'eruzione che ha distrutto l'intera città di Plymouth, territorio britannico d'oltremare. Era solo l'inizio di una serie di catastrofi naturali che ha portato all'abbandono dell'isola.
Quando il vulcano delle Soufrière Hills è eruttato ha scatenato la fuga dalla città e ben due terzi della popolazione ha abbandonato l'isola.
Dopo la prima eruzione era stato consentito il ritorno agli abitanti ma successive eruzioni (soprattutto quella del 1997) hanno definitivamente seppellito Plymouth sotto 1.5 metri di polvere.
Proprio come accadde a Pompei, l'eruzione costrinse tutti ad abbandonare qualsiasi avere e oggi stesso la città ha l'aspetto di un luogo fermo nel tempo.
Plymouth era il più grande insediamento dell'isola: oltre a ospitare la sede del governo locale, era per il suo porto che passavano tutti i rifornimenti per la gente del posto.
La fonte si sostentamento principale era il turismo ma con gli alberghi inagibili e l'aeroporto distrutto, l'industria ha chiuso i battenti.
Degli abitanti costretti a evacuare, solo un terzo poteva permettersi di ricollocarsi nel nord dell'isola stessa. Gli altri se ne andarono e non fecero più ritorno.
Ad oggi, il sud dell'isola rimane inaccessibile e i costi di ricostruzione sono talmente alti che nessuno ha mai pensato di tentare un investimento.
Tuttavia il programma è quello di ripartire dal nord: una nuova capitale è in fase di costruzione a Little Bay e lì sono stati realizzati il nuovo aeroporto e il porto.
Nel 2002, inoltre, al fine di aiutare la popolazione locale costretta a emigrare, a tutti i cittadini di Montserrat è stata riconosciuta la cittadinanza britannica.