Chernobyl 30 anni dopo: chi sono e come vivono oggi le vittime invisibili del disastro

di Anna Brunelli

01 Luglio 2016

Chernobyl 30 anni dopo: chi sono e come vivono oggi le vittime invisibili del disastro

Il disastro di Chernobyl è tristemente famoso per essere il più grave incidente accaduto in una centrale nucleare.

Il disastro avvenne il 26 Aprile 1986 alle 13:23 ora locale presso una centrale nucleare situata in Ucraina (all'epoca ancora parte dell'URSS). A causa di gravi errori del personale, sia tecnico che dirigente, una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì dal reattore, contaminando pesantemente il territorio.

L'impatto del disastro di Chernobyl su flora, fauna e popolazione è stato catastrofico e oggi possiamo vederlo nel coraggioso reportage di Jadwiga Bronte, intitolato "The Invisible People of Belarus".

Jadwiga Bronte è una fotografa e documentarista polacca nata nel 1986, anno del disastro di Chernobyl

Jadwiga Bronte è una fotografa e documentarista polacca nata nel 1986, anno del disastro di Chernobyl

Nel suo ultimo libro fotografico, Jadwiga ha esplorato gli effetti della catastrofe nucleare sui reduci, rinchiusi nei cosiddetti "internats", gli istituti governativi che li ospitano

Nel suo ultimo libro fotografico, Jadwiga ha esplorato gli effetti della catastrofe nucleare sui reduci, rinchiusi nei cosiddetti "internats", gli istituti governativi che li ospitano

"Ho deciso di andare in Bielorussia per documentare le storie di bambini orribilmente trascurati e abbandonati, nati con deficienze mentali e fisiche a causa di quel tragico incidente", racconta la donna

"Ho deciso di andare in Bielorussia per documentare le storie di bambini orribilmente trascurati e abbandonati, nati con deficienze mentali e fisiche a causa di quel tragico incidente", racconta la donna

"Durante le mie ricerche, ciò che mi ha sorpreso di più è stato il fatto che non c’erano solo le vittime di Chernobyl in quegli istituti..."

"Durante le mie ricerche, ciò che mi ha sorpreso di più è stato il fatto che non c’erano solo le vittime di Chernobyl in quegli istituti..."

Gli internats, infatti, ospitano chiunque sia stato rifiutato dalla famiglia perché affetto da disabilità: "Letteralmente chiunque sia considerato dal governo bielorusso come diverso può essere rimosso dalla società e rinchiuso"

Gli internats, infatti, ospitano chiunque sia stato rifiutato dalla famiglia perché affetto da disabilità: "Letteralmente chiunque sia considerato dal governo bielorusso come diverso può essere rimosso dalla società e rinchiuso"

"Credo che per migliorare la situazione degli internats, si debba innanzitutto cambiare la mentalità dei bielorussi: hanno la possibilità di cambiare il futuro di persone innocenti, che vengono rifiutate dalla società senza avere nessuna colpa"

"Credo che per migliorare la situazione degli internats, si debba innanzitutto cambiare la mentalità dei bielorussi: hanno la possibilità di cambiare il futuro di persone innocenti, che vengono rifiutate dalla società senza avere nessuna colpa"

"Ma nel paese non è concessa la libertà di stampa: ho realizzato il mio progetto per sensibilizzare il resto del mondo su come vivono e come Chernobyl abbia cambiato per sempre la loro vita"

"Ma nel paese non è concessa la libertà di stampa: ho realizzato il mio progetto per sensibilizzare il resto del mondo su come vivono e come Chernobyl abbia cambiato per sempre la loro vita"

Wikimedia/Soviet Authorities

Sono delle vittime e non possono, non devono, essere dimenticate

Sono delle vittime e non possono, non devono, essere dimenticate

"Durante il progetto un ragazzo mi ha detto: Non parliamo mai, non ci lamentiamo, non urliamo. Siamo pazienti, come sempre. Abbiamo paura di parlare"

"Durante il progetto un ragazzo mi ha detto: Non parliamo mai, non ci lamentiamo, non urliamo. Siamo pazienti, come sempre. Abbiamo paura di parlare"

"Ma per me, i residenti delle istituzioni che ho visitato sono persone incredibili, belle e forti"

"Ma per me, i residenti delle istituzioni che ho visitato sono persone incredibili, belle e forti"

"E attraverso il mio lavoro voglio dimostrare che le persone disabili sono in grado di studiare, lavorare, costruire relazioni durature e contribuire alla società".