Entriamo dentro l'inferno di Quezon, la prigione più affollata del mondo
Il carcere di Quezon, nelle Filippine, è stato costruito 60 anni fa per ospitare un massimo di 800 persone, ma attualmente sono 3.800 i detenuti che vivono tra le sue mura fatiscenti, in condizioni disumane.
Lo racconta Raymund Narag, ex detenuto (innocente) di Quezon, che oggi si occupa di diritto penale presso la Southern Illinois University degli Stati Uniti ed è autore del libro autobiografico Freedom and Death Inside the Jail. Narag ha passato 7 anni in carcere, condannato ingiustamente per un omicidio che non aveva commesso.
Nel suo libro racconta della vita nella prigione, di come sopravvivesse in una cella destinata ad accogliere 5 persone, ma che ne ospitava 30, della scarsa igiene, del regime alimentare insufficiente e malsano, raccontando di una crisi umanitaria a tutti gli effetti.
via mirror.co.uk
A Quezon i detenuti dormono per terra, a turno, perché non c'è abbastanza spazio per tutti
Le condizioni igieniche sono disumane e provocano la diffusione continua di infezioni
Allo stesso modo il cibo è malsano, il che obbliga spesso gli uomini ad astenersi dal mangiare
Le porzioni, oltretutto, sono scarse e la fornitura di acqua potabile è limitata
Il caldo è soffocante e la struttura è priva di sistemi di ventilazione
Ogni mese muoiono dai 2 ai 5 detenuti, a causa delle condizioni di vita che compromettono la loro salute fisica e mentale
(Nella foto: Raymund Narag)
Nessuna distinzione tra detenuti sani e malati, il che contribuisce alla diffusione delle malattie
Ovviamente non c'è nessuna privacy: i detenuti passano le giornate ammassati uno sull'altro
Per quanto in Italia il tasso di sovraffollamento non sia al livello di Quezon, i dati sono comunque drammatici
Secondo un rapporto ufficiale "Il tasso di sovraffollamento è del 106% in Italia e sono circa 3.950 le persone prive di un posto letto regolamentare": nettamente al di sotto dello standard minimo previsto dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura.