Ecco perché dimentichiamo il nome delle persone appena conosciute, e come fare a ricordarlo

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di Gianmarco Bonomo

21 Aprile 2024

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Sono tantissime le gaffe possibili in un contesto sociale, da quelle più innocue a quelle più elaborate e con maggiori conseguenze. Fra queste, ne esiste una che le batte tutte: presentarsi a una persona che non si conosce, ascoltare il suo nome… e dimenticarlo pochi secondi dopo. Della questione si sono occupati diversi ricercatori, fra cui anche Charan Ranganath, un professore di psicologia e neuroscienze all’Università della California. Secondo lui ci sono diverse spiegazioni, e anche un modo per evitare che succeda.

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Perché dimentichiamo il nome delle persone appena conosciute?

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Per rispondere alla domanda del titolo, Ranganath parte da lontano. Come spiega anche nel suo libro Why we remember, semplicemente l’altra persona potrebbe non interessarci abbastanza, non ancora almeno. Sostiene il ricercatore statunitense:

Le persone sono più brave a ricordare le cose che sono motivate a imparare. A volte sei motivato a imparare i nomi delle persone, altre volte è più qualcosa di passeggero e in quel momento non pensi che sia importante.

Questa spiegazione può anche lasciare insoddisfatti però non si può negare che abbia senso. Abbiamo sempre bisogno di un obiettivo, anche per le azioni più superficiali o passeggere, come presentarsi a qualcuno e sentire il suo nome. Per poi dimenticarlo. D’altronde, un nome comune può anche passare inosservato perché lo abbiamo già sentito tante altre volte, mentre un nome più raro emerge dallo sfondo e conquista un posto nella nostra mente, già affollata.

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Come ricordare i nomi delle persone appena conosciute?

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Considerando tutto quello che abbiamo detto, ricordare i nomi delle persone appena conosciute richiede più impegno di quanto si pensi. Per Ranganath, tuttavia, è possibile fare qualcosa per invertire la tendenza, ossia per evitare di dimenticarli nell’immediato. Esistono infatti dei dispositivi mnemonici che permettono di risolvere questo problema associando al nome uno sforzo attivo da parte nostra. Secondo Ranganath:

Bisogna cercare di ricordare le informazioni immediatamente o subito dopo averle apprese. L’atto di mettersi davvero alla prova aiuterà a ricordare meglio il nome a lungo termine.

Di fronte a una semplice presentazione fra sconosciuti, quindi, il cervello deve iniziare a lavorare se non vuole dimenticare il nome appena ascoltato. Ricordare l’ambiente circostante, i dettagli della persona, le poche parole scambiate aiutano: sono tantissimi fattori da mettere insieme, tanto che viene da chiedersi se ricordare il nome di una persona appena sconosciuta sia un miracolo.

L’importanza delle associazioni significative

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Non si tratta ovviamente di un miracolo, ma spesso accade che inconsapevolmente associamo un nome appena ascoltato a qualcosa di distintivo. Almeno, questo è quello che accade nelle rare volte in cui non lo dimentichiamo pochi secondo dopo. Fra i dispositivi mnemonici di cui parla il professore dell’Università della California, ci sono anche le associazioni significative. Proprio perché generare qualcosa ha sempre più senso che assorbirla passivamente, associare il nome della persona a qualcosa di interessante è una buona tecnica per ricordarlo. In teoria, è anche possibile richiamare alla mente quel nome dopo averlo dimenticato: basta ripercorrere nella mente i propri passi, ricordare il momento dell’incontro, gli argomenti di discussione. Il nome potrebbe anche ritornare, oppure no.

Insomma, dimenticare il nome di uno sconosciuto che si è appena presentato è un problema comune. Potremmo anche dire che si tratta di uno di quegli aspetti che ci caratterizzano come specie, da un certo punto di vista. Ciò non vuol dire che non si possa migliorare, ed evitare di ritrovarsi a qualcuno ed essere costretti a dire “perdonami, come hai detto che ti chiami?”. Per poi dimenticare il nome di nuovo, naturalmente.

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