Ragni su Marte? L'ESA condivide una foto e tutti si chiedono se sia reale

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di Gianmarco Bonomo

01 Maggio 2024

Vista prospettiva di Inca City, dove sono comparsi gli strani "ragni" di Marte
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Marte è il pianeta del sistema solare più simile alla Terra per rotazione, composizione, struttura. Da sempre il pianeta rosso affascina il genere umano, ma questo fascino è cresciuto man mano che le sonde hanno restituito dati sempre più precisi. Un recente comunicato dell’ESA, per esempio, ha mostrato sulla superficie marziana delle strane figure: sembrano ragni che zampettano nella regione del polo sud di Marte. Ovviamente non possono essere delle forme di vita, ma allora di cosa si tratta?

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Anche Marte ha le sue stagioni

Visione dall'alto della zona dove sono comparsi gli strani ragni sulla superficie di Marte

ESA/DLR/FU Berlin - CC BY-SA 3.0 IGO

Contrariamente a quello che molti pensano, la Terra non ha quattro diverse stagioni perché ruota intorno al Sole. In realtà, l’alternanza delle stagioni dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre, che influenza la quantità di luce solare che arriva sulla superficie. Lo stesso si può dire del pianeta rosso: anche Marte ha infatti un’inclinazione dell’asse simile a quella della Terra. Di conseguenza ha le sue stagioni, benché estremamente diverse dalle nostre.

In inverno, per esempio, le temperature possono raggiungere i -120° C. I depositi superficiali di anidride carbonica si congelano e formano uno spesso strato di ghiaccio secco che dura per mesi. Man mano che la primavera si avvicina, però, questo strato non fonde come il normale ghiaccio ma sublima direttamente in gas a causa dell’aumento di pressione all’interno dei depositi. Il ghiaccio secco si crepa e lascia fuoriuscire geyser di polvere oscura per tutta la superficie, o quasi. Ma cosa c’entrano le stagioni marziane con i ragni individuati dall’ESA? Tutto.

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Ragni sulla superficie di Marte: la verità dietro le strane immagini

Gli strani ragni fotografati dal Trace Gas Orbiter sulla superficie marziana

ESA/TGO/CaSSIS

Infatti, i ragni che vediamo dalle foto condivise nel comunicato ESA non sono altro che questi geyser che fuoriescono dalle crepe sullo strato di ghiaccio secco. Si tratta quindi di esplosioni, immortalate in alcune foto molto evocative dalla sonda Trace Gas Orbiter della missione ExoMars.

Responsabili di queste forme molto particolari sono i raggi solari, che riscaldano la superficie di Marte a tal punto da causare la sublimazione dell’anidride carbonica sottostante. Quest’ultima si mischia alle polveri e alle sabbie del sottosuolo, esplodendo e creando questi motivi a forma di "ragno". Che però ragni non possono essere per più di una ragione: innanzitutto, su Marte non è (ancora) stata riscontrata alcuna forma di vita. In secondo luogo, queste esplosioni hanno diametri che arrivano anche a un chilometro. Non sembra, ma la foto copre un’area vastissima.

Perché vediamo i ragni anche dove non ci sono?

ESA/DLR/FU Berlin - CC BY-SA 3.0 IGO

Che le foto condivise dall’ESA sembrino immortalare dei ragni non è così strano, almeno dal punto di vista della nostra percezione. La stessa agenzia spaziale europea, fra serio e faceto, ha parlato di ragni sulla superficie di Marte: ma da cosa dipende? Perché vediamo i ragni anche dove non ci sono?

La ragione riguarda un fenomeno conosciuto come pareidolia, un meccanismo psicologico che porta il cervello umano a riconoscere forme familiari anche in strutture sconosciute. Si tratta di una forma di adattamento per cui il nostro cervello cerca regolarità e pattern, così da valutare le situazioni e decidere immediatamente se sono pericolose o meno. In pratica, se vediamo ragni sulla superficie di Marte è per via di un adattamento evolutivo che viene da lontano, e che peraltro ci ha tratto in inganno più volte. Sempre considerando il pianeta rosso, infatti, tantissimi astronomi hanno individuato volti e altre forme strane sulla superficie del pianeta. O meglio, hanno creduto di individuare, un po’ come avvenuto con questi particolari ragni, ormai segno di esplosioni già passate. Almeno fino alla prossima primavera.

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