La spugna da bagno è un covo di batteri e muffe: ecco cosa rischiate se non prendete queste misure
Fare la doccia è una questione più delicata di quanto si potrebbe pensare. Questo felice momento di rilassamento, infatti, porta con sé "insidie" insospettabili. Dopo avervi spiegato cosa comporta la scelta della temperatura dell'acqua, e parlato di chi ha scelto di non ricorrere più ai saponi, oggi vi sveliamo i rischi legati al non cambiare con regolarità la spugna alla quale affidiamo tanto strofinare...
Oggetti particolarmente vulnerabili.
Le spugne che utilizziamo per strofinarci il corpo durante la doccia rappresentano dei covi particolarmente amati dai batteri. Quando dopo esserci lavati lasciamo la nostra nel box doccia o sul bordo della vasca, diamo modo a questi microrganismi di proliferare: tutte le cellule morte che rimuoviamo dal corpo, infatti, rimangono nella rete della spugna e si riproducono con facilità, soprattutto quando l'oggetto è bagnato.
Uno studio ha dimostrato come ad esempio il batterio Pseudomonas aeruginosa nelle prime 24 ore dopo l'utilizzo della spugna cresca in maniera esponenziale aumentando così il rischio di infezioni di cui è responsabile (principalmente polmonari, cutanee e alle vie urinarie). Un'altra delle problematiche collegate a un'eccessiva presenza di batteri nelle spugne è il manifestarsi di follicolite, un'infezione dei follicoli piliferi, che solitamente si risolve da sé ma che se dopo tre giorni persiste va sottoposta all'attenzione del medico. Ricordate inoltre che i batteri non sono gli unici a proliferare in queste circostanze, bensì anche le muffe e come forse saprete esse non sono affatto salutari per noi, soprattutto per le nostre vie respiratorie.
Accertatevi dunque di igienizzare la vostra spugna da bagno con regolarità (vi basterà immergerla in un contenitore con acqua e aceto) e di cambiarla ogni due mesi circa e, dopo utilizzata, di appenderla in modo da lasciare che l'acqua scoli via e l'oggetto si asciughi con rapidità.