Scoperti nuovi pianeti: hanno temperature potenzialmente adatte alla vita
Gli astronomi continuano a scoprire nuovi pianeti, avvicinandosi sempre di più a quelli che potrebbero essere potenzialmente abitabili e abitati. Ecco quali sono le novità.
La sonda TESS scopre 85 nuovi pianeti potenzialmente abitabili
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Sappiamo che, nell'universo, i pianeti sono tantissimi e non siamo ancora riusciti a conoscerli tutti. La sonda TESS, Transiting Exoplanet Survey Satellite, dal suo lancio nel 2018, ne ha scoperti ben quattromila, tra cui un esopianeta di dimensioni simili alla Terra poco distante da noi, ma molto più giovane. Ora, sempre grazie a questa sonda, gli studenti dell'Università di Warwick, Gran Bretagna, hanno individuato ottantacinque potenziali pianeti che potrebbero essere in grado di ospitare la vita.
L'obiettivo degli scienziati era quello di esaminare i dati raccolti dalla NASA per scovare pianeti delle stesse dimensioni di Saturno, Giove e Nettuno, attingendo da un campione di 1,4 milioni di stelle. Fra questi ottantacinque pianeti extrasolari, che si trovano cioè in un'orbita diversa da quella del Sole, sessanta sono risultati del tutto inediti e con delle caratteristiche incoraggianti: le loro temperature sono simili a quelle del nostro sistema solare. Questo cosa significa, in altre parole? Che il loro clima potrebbe fornire le condizioni necessarie a supportare forme di vita.
I nuovi esopianeti hanno temperature fresche e vivibili
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I dati raccolti da TESS ed esaminati dagli studenti scienziati hanno quindi rivelato non poche sorprese: rispetto ai precedenti esopianeti scoperti dalla sonda, queste "nuove conoscenze" hanno una temperatura molto più fresca e vivibile, trovandosi a una distanza tale dalla propria stella madre che potrebbe permettere lo sviluppo della vita. Ma quanto sono lontani da noi questi possibili mondi abitati? Si trovano a una distanza compresa tra circa 112 trilioni e 24 quintilioni di km dal nostro pianeta.
A guidare lo studio internazionale è stata la ricercatrice Faith Hawthorn, che insieme ai suoi colleghi è riuscita a rilevare dei transiti, ovvero delle riduzioni di luminosità temporanea delle stelle dovuti a oggetti celesti di passaggio davanti alla loro massa. In questo modo, è possibile scoprire la presenza di esopianeti e anche stimarne le dimensioni. "Il satellite spaziale prende la luminosità da queste stelle e osserva come i pianeti che passano davanti a loro causano una diminuzione della luminosità" ha spiegato la Hawthorn. "Possiamo cercare questo fenomeno e trovare i pianeti in questo modo. Spero che dalla mia ricerca non solo saremo in grado di conoscere tutti i tipi di pianeti che sono realmente là fuori nella Via Lattea, ma che potremo anche imparare qualcosa su come si è formato il nostro sistema solare, perché la Terra stessa è così speciale."
Secondo la ricercatrice, l'obiettivo più entusiasmante sarebbe, un giorno, fare in modo che l'umanità possa raggiungere uno di questi pianeti extrasolari per "una gita fuori porta".
Il periodo orbitale dei nuovi pianeti è simile a quello del sistema solare
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Solitamente, per riconoscere la presenza di un esopianeta tramite la sonda TESS, vengono osservati un minimo di tre transiti per valutare il tempo che impiegano questi mondi alieni per ruotare intorno alla propria stella madre. In questo caso, però, sono stati osservati esclusivamente gli esopianeti che hanno eseguito soltanto due transiti e che, dunque, impiegano più tempo degli altri a completare un'orbita. Perché? Questo permette di scoprire quelli che si trovano a una certa distanza rispetto alla loro stella e, di conseguenza, hanno una temperatura fresca e potenzialmente abitabile. Gli 85 nuovi esopianeti completano un'orbita in un tempo stimato tra i venti e i settecento giorni, mentre i precedenti mondi monitorati dalla sonda erano decisamente più vicini alla loro stella madre, con un'orbita di soli pochi giorni. Il secondo autore dello studio, Sam Gill, ha spiegato che “rilevare esopianeti da soli due transiti è un modo intelligente per trovare esopianeti con periodi più lunghi nelle indagini sui transiti."
Questi dati preliminari fungono da base per confermare, in una successiva fase, questi nuovi esopianeti, ma saranno necessarie ulteriori osservazioni. “C’è ampio spazio per continuare la ricerca su questi esopianeti, per saperne di più sui loro esatti periodi orbitali, se hanno o meno lune e di cosa sono fatti esattamente” ha detto la Hawthorn. Daniel Bayliss, tra gli altri autori dello studio, ha dichiarato che “è molto emozionante trovare questi pianeti e sapere che molti di loro potrebbero trovarsi nella giusta zona di temperatura per sostenere la vita."
Non resta che attendere ulteriori sviluppi, che potrebbero condurci su mondi abitabili esattamente come il nostro o dove la vita è già in corso.