La NASA vuole portare sulla Terra i campioni raccolti su Marte, ma cerca un modo più rapido e meno costoso
Riportare i campioni raccolti su Marte sulla Terra: questo è l'obiettivo della NASA, che sta cercando un sistema più veloce e meno dispendioso per riuscirci.
Il rover Perseverance raccoglie i campioni su Marte
Il rover Perceverance della NASA si trova in missione su Marte, con l'obiettivo di raccogliere campioni di suolo e rocce e perlustrare il territorio del pianeta rosso alla ricerca di informazioni sulla sua geologia. Il progetto dell'agenzia spaziale americana è quello di riportare questi campioni sulla Terra, ma prima di farlo è necessario trovare un sistema più rapido ed economico.
Questo non è di certo un obiettivo recente: da decenni la NASA mira a recuperare i campionamenti marziani, continuando a posticipare questo momento a causa dell'aumento dei costi. La spesa per l'operazione, secondo una stima indipendente, si aggira intorno a 8/11 miliardi di dollari per l'arrivo dei campioni nel 2040. Non solo un enorme dispendio di risorse economiche, ma anche un tempo di attesa eccessivo.
Recupero dei campioni marziani: "Servono nuove idee"
NASA/JPL-Caltech/Wikimedia commons
Secondo Bill Nelson, amministratore della NASA, è decisamente troppo tardi. Nonché troppo costoso. Per questo motivo, ha proposto ai centri della NASA e all'industria privata di escogitare strategie alternative per rendere il processo più rapido e accessibile. Sono molti i progetti scientifici all'attivo e in programma: eliminarli per virare i finanziamenti sul recupero dei campioni di Marte non è un'ipotesi che vuole prendere in considerazione. Il responsabile del progetto era il Jet Propulsion Laboratory della NASA, in California, ma in seguito ai tagli al budget all'inizio del 2024 si è reso necessario un nuovo programma.
L'obiettivo è quindi quello di formulare "ogni nuova e fresca idea possibile", come ha dichiarato in una conferenza stampa. Perseverance, nel frattempo, dal suo arrivo sul cratere Jezero su Marte nel 2021, ha raccolto ventiquattro campioni inseriti in tubi depositati sulla superficie marziana. La NASA si accontenta di poter accedere a qualcuno di essi, ma non più tardi degli anni Trtenta e investendo un massimo di 7 miliardi di dollari. Per renderlo possibile, una navicella spaziale dovrebbe recarsi su Marte e prelevare i campioni, per poi effettuare un lancio dal pianeta e consegnarli a un altro veicolo che si occuperebbe di riportarli sulla Terra.
Lancio di un veicolo da un altro pianeta: la sfida
NASA/JPL-Caltech/Wikimedia commons - Public domain
Nicky Fox, a capo della missione scientifica, durante la conferenza stampa non si è sbilanciato circa le tempistiche stimate per il recupero effettivo dei campioni né sul loro numero esatto. Queste informazioni saranno elencate nelle proposte che verranno avanzate - e che la NASA spera di ricevere entro l'autunno del 2024 - per la riuscita dell'impresa. "Non ci siamo mai lanciati da un altro pianeta" ha spiegato Fox, "e questo è ciò che rende il ritorno del campione su Marte una missione così impegnativa e interessante."
Naturalmente, l'attesa di poter analizzare i campioni marziani incontaminati nei laboratori terrestri è alle stelle: questo potrebbe svelare molto di più rispetto ai test elementari effettuati dai rover in loco, come la presenza di vita microscopica fossilizzata e risalente al periodo in cui su Marte c'era ancora l'acqua, che è scomparsa molto più tardi di quanto pensassimo. Inoltre, l'analisi dei campioni permetterà alla NASA di decidere i punti di atterraggio per gli astronauti che raggiungeranno il pianeta rosso nel 2040.