Reattori nucleari alimenteranno la futura base sulla Luna
Le prossime missioni sulla Luna prevedono permanenze umane a lungo termine e un'elevata dose di energia: a fornirla potrebbero essere dei reattori nucleari di nuova generazione.
Campo Base Artemis sulla Luna
Rolls-Royce
Ci siamo quasi: l'uomo, dopo oltre mezzo secolo dalla sua ultima spedizione nel 1972, sta per fare il suo grande ritorno sulla Luna. Questa volta, però, l'obiettivo della NASA è quello di creare le condizioni per una permanenza a lungo termine, con missioni che dureranno per mesi.
Un obiettivo ambizioso, che richiede di preparare tutto nei minimi dettagli per la sicurezza dell'equipaggio. Oltre al camper lunare che permetterà agli astronauti di spostarsi al suo interno senza indossare le tute, la questione riguarda anche la necessità di molto, molto carburante. Che, tuttavia, gli astronauti non potranno portare direttamente dalla Terra. Come fare, quindi?
La NASA e SpaceX di Elon Musk stanno collaborando per il ritorno dell'uomo sulla Luna con la missione Artemis, il cui equipaggio si accamperà in una base lunare che prende il nome di Campo Base Artemis. Si prevede di inviare gli astronauti sul satellite una volta all'anno: qui, potranno vivere e lavorare in una casa mobile all'avanguardia. I primi viaggi saranno di breve durata, per poi diventare sempre più lunghi in concomitanza con lo sviluppo del campo base, fino a raggiungere una permanenza di due mesi al massimo.
Per alimentare la base lunare è necessario il nucleare
Il grado di comfort sarà ogni volta maggiore, al fine di esplorare il territorio lunare come mai prima d'ora, ha detto l'amministratore associato per il volo spaziale della NASA, Kathy Lueders. Gli Accordi Artemis prevedono l'esplorazione pacifica del satellite a cui hanno preso parte, per ora, trentasei nazioni, ma una cosa è certa: a prescindere da chi parteciperà alla realizzazione della prima base lunare, sarà necessaria una grande fonte di energia e, soprattutto, sicura.
A quanto pare, l'unica risposta possibile è il nucleare per alimentare il Campo Base Artemis, che si troverà nel Polo Sud lunare. Qui, la luce del giorno supera di gran lunga quella notturna: un giorno terrestre sul nostro satellite dura 29,5 giorni, con due settimane di luce e di due di buio e temperature estreme.
Le missioni Apollo del secolo scorso si concentrarono sull'equatore, dove il Sole aveva il tempo di alimentare le attrezzature. Le nuove missioni riguarderanno invece il Polo Sud, dove è prevista la presenza di acqua ghiacciata che potrà aiutare a produrre carburante, ma anche contribuire al sostentamento dell'equipaggio.
I reattori nucleari lunari in fase di progettazione
NASA/SAIC/Pat Rawlings/Wikimedia commons - Public domain
Dovendo escludere altre soluzioni come pannelli solari e generatori diesel che non funzionerebbero, l'unica strategia possibile è costruire un microreattore nucleare sufficientemente robusto, ma al contempo leggero, da raggiungere la Luna.
La NASA, nel 2022, ha commissionato il progetto a Westinghouse, Lockheed Martin e IX, una collaborazione tra X-Energy e Intuitive Machines. A febbraio 2024 sono stati presentati i progetti per un reattore autonomo, capace di funzionare con un apporto umano ridotto e di alimentare la base lunare per un minimo di dieci anni.
Nel frattempo, l'agenzia spaziale Roscosmos russa costruirà un reattore nucleare in collaborazione con l’Amministrazione spaziale nazionale cinese entro il 2035 per una base lunare congiunta, mentre l'agenzia spaziale britannica metterà a punto insieme a Rolls-Royce un modello dimostrativo di reattore nucleare modulare lunare con uranio a basso arricchimento, che sarà pronto entro il 2029.
Anche in questo caso, la durata sarà di circa dieci anni e avrà le dimensioni di una piccola automobile del peso di poche tonnellate. Per evitare potenziali pericoli per la Terra, il reattore entrerà in funzione soltanto una volta approdato sulla superficie lunare.