La Cina ha trasformato il suolo lunare in acqua: il primo passo per una vera colonizzazione?

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di Gianmarco Bonomo

29 Agosto 2024

Impronta dello stivale dell'astronauta Buzz Aldrin sul suolo lunare, suolo oggi utilizzabile per produrre acqua

NASA

Che la Cina abbia dei piani per lo sfruttamento della Luna e delle sue risorse non è certo un mistero. Allo stesso tempo, negli ultimi anni il Paese asiatico ha inviato diverse sonde sul nostro satellite, anche sul suo lato nascosto. Più recente è tuttavia la notizia che un team di scienziati cinesi ha impiegato alcuni campioni riportati sulla Terra dalla missione Chang’e 5 per produrre acqua. Che sia il primo passo per una futura presenza umana sulla Luna? Scopriamolo insieme!

Chang’e 5 e i campioni lunari riportati sulla Terra

Come dice il suo nome stesso, la missione Chang’e 5 non certo è la prima ad essere arrivata sulla Luna. La sua particolarità è invece un’altra: aver riportato sulla Terra campioni di suolo lunare per la prima volta dopo 44 anni. Nonostante la successiva missione Chang’e 6, che invece ha interessato il lato nascosto del nostro satellite, i risultati di Chang’e 5 sono semplicemente straordinari. Come si legge in un recente studio pubblicato sulla rivista The Innovation, gli scienziati cinesi hanno scoperto che i minerali che compongono il suolo della Luna sono ricchi di idrogeno e possono essere utilizzati per produrre acqua in loco. Ma come?

Il metodo che permette di ricavare dell’acqua dal semplice suolo richiede di riscaldare i minerali che lo compongono a temperature estremamente elevate, in modo da provocare una reazione chimica degli elementi con l’idrogeno e pertanto portare alla formazione di vapore acqueo.

Come ricavare acqua dalla Luna

Rappresentazione delle modalità con cui sarebbe possibile produrre acqua a partire dal suolo lunare

Chen et al./The Innovation - 2024

Il metodo innovativo degli scienziati cinesi permette di ottenere circa 50 chili d’acqua da ogni tonnellata di suolo lunare. Può non sembrare tantissimo, e senza dubbio si tratta di un procedimento che non avrebbe senso sulla Terra per svariate ragioni. Eppure, sulla Luna cambia tutto: 50 chili d’acqua possono coprire il fabbisogno giornaliero dei componenti di un'ipotetica missione umana su un’ipotetica base lunare. Base lunare che costituisce un obiettivo concreto dell'esplorazione spaziale cinese: poter produrre acqua in loco rappresenterebbe un enorme vantaggio.

Infatti, entro il 2035 la Cina vuole costruire una stazione di ricerca lunare permanente, mentre entro il 2045 la Cina vuole realizzare una stazione spaziale in orbita intorno al satellite. Se Chang’e 5 è stata la prima missione a riportare indietro campioni lunari dopo 44 anni, la missione Chang’e 6 è la prima a riportare campioni del lato nascosto della Luna. Insomma: la Cina sembra fare sul serio.

Verso una futura base lunare… e oltre

Che sia possibile ricavare acqua direttamente dal suolo lunare è una notizia straordinaria che, tuttavia, impone anche una serie di considerazioni. Innanzitutto, bisogna capire quanta energia serve per riscaldare il suolo e quali altri elementi sono coinvolti nel processo di formazione del vapore acqueo. In secondo luogo, non bisogna dimenticare neanche i risvolti geopolitici dell’interesse che la Cina mostra per il nostro satellite: la competizione per le risorse lunari si farà sempre più viva in futuro. E potenzialmente più aspra.

Insomma, i risultati dell’Accademia Cinese delle Scienze mostrano come sia possibile avvicinarsi sempre di più all’idea di una presenza fissa dell’uomo sulla Luna. D’altronde, sono passati decenni dall’ultima volta in cui un astronauta ha fatto due passi sul nostro satellite. I prossimi potrebbero benissimo abitare una stazione spaziale sulla Luna, camminare sul suo suolo… e bere la sua acqua.