Quali sono le differenze tra Neanderthal e Sapiens? Poche, ma fondamentali per l'evoluzione.
Neanderthal-Museum, Mettmann/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0 / Matteo De Stefano/MUSE/Wikimedia Commons - CC BY-SA 3.0
Per anni l’uomo di Neanderthal è stato considerato una specie inferiore rispetto alla nostra: più tozzo, più stupido, meno complesso, tutti elementi che lo avrebbero portato all’estinzione.
Con il Neanderthal condividiamo tuttavia oltre il 99,5% del patrimonio genetico, e da diversi anni gli esperti hanno iniziato a rivalutare la sua figura, tanto da considerarla molto più simile a noi di quanto pensassimo.
Insomma, le differenze tra Neanderthal e Sapiens non sono poi così tante, ma hanno portato comunque alla sua estinzione. Com’è possibile? Scopriamolo insieme!
L’evoluzione: due specie a confronto
Per capire quali sono le vere differenze tra Neanderthal e Sapiens, come spesso accade dobbiamo partire dalle origini, ossia dalla loro evoluzione. Entrambe le specie infatti sono discendenti di Homo heidelbergensis, originario dell’Africa.
Oggi sappiamo che i Neanderthal discendono dalle popolazioni di uomo di Heidelberg che si sono spostate in Europa e in Medio Oriente, e compaiono circa 400 mila anni fa. Al contrario, i Sapiens discendono dalle popolazioni che sono rimaste in Africa, e compaiono intorno a 300 mila anni fa.
Qui ci sono le prime somiglianze e le prime differenze: Homo neanderthalensis e Homo sapiens condividono infatti oltre il 99,5% del loro DNA. In più, nel nostro genoma conserviamo geni dei nostri cugini preistorici, e viceversa: alcuni dei nostri geni sono passati a loro, e poi tornati a noi millenni dopo.
Insomma, Sapiens e Neanderthal non sono poi così diversi, tanto che alcuni esperti hanno messo in dubbio che si tratti di due specie distinte. Eppure alcune differenze esistono, e sono determinanti.
La cognizione: due menti a confronto
Paul Hudson/Flickr - CC BY 2.0
Nonostante il genoma condiviso, le differenze tra Neanderthal e Sapiens emergono sul piano fisico e, soprattutto, su quello mentale.
I Neanderthal avevano una corporatura più massiccia, adatta ai climi freddi dell’Europa glaciale, e un cervello più grande.
Al contrario, i Sapiens erano più agili, snelli, e avevano un cervello leggermente più piccolo rispetto ai cugini, grande circa 1300-1400 centimetri cubici.
A questo proposito, una recente ricerca pubblicata su Science ha scoperto che lo sviluppo del cervello è influenzato dal gene TKTL1, e che questo differisce in entrambe le specie per un solo amminoacido. Questa differenza ha portato Homo sapiens ad avere più neuroni, nonostante le dimensioni cerebrali inferiori.
Di conseguenza, la nostra specie avrebbe avuto un’organizzazione neuronale più complessa, una maggiore capacità di innovazione e persino una più sofisticata organizzazione sociale. Tutti elementi di un percorso evolutivo vincente.
Eppure, ancora oggi alcune delle nostre caratteristiche sono riconducibili al patrimonio genetico del Neanderthal, come:
- i capelli lisci e folti;
- un naso più alto, che si adatta meglio alle basse temperature;
- una soglia del dolore più bassa;
- la tendenza a svegliarci presto la mattina.
L’estinzione: la vera differenza tra Neanderthal e Sapiens?
Come dicevamo, non tutti credono che i Neanderthal si siano davvero estinti. Certo, oggi non esiste più alcun appartenente a questa specie, eppure la presenza del loro genoma nel nostro è indubbia.
Ancora oggi sono quindi tantissimi i dubbi sull’estinzione del Neanderthal. Fino a poco tempo fa si pensava che l’arrivo del Sapiens abbia avuto un impatto significativo sulla sopravvivenza dei nostri cugini. Ma la realtà potrebbe essere più complessa.
I due tipi di uomo moderno si sono incrociati per millenni e in diversi momenti storici della loro evoluzione. Inoltre, non sono documentati conflitti diretti fra gruppi umani appartenenti alle due specie.
Eppure, devono esistere differenze tra Neanderthal e Sapiens che spieghino la scomparsa dei primi circa 30 mila anni fa, e la sopravvivenza dei secondi. Alcune delle ipotesi più recenti riguardano:
- l’evoluzione del cervello e la funzione della cooperazione sociale;
- la maggiore variabilità genetica e quindi la maggiore resistenza alle malattie;
- un linguaggio articolato e una maggiore propensione alla comunicazione complessa.
I Neanderthal non erano in realtà stupidi e inetti, ma più sviluppati di quanto pensassimo. Ciononostante, le differenze con la nostra specie sono diverse e potrebbero aver contribuito alla loro scomparsa.
O forse no, dal momento che parte di loro vive in noi, e viceversa.