Uomo moderno e Neanderthal si sono incontrati già 250 mila anni fa: lo sostiene una ricerca
Neanderthal-Museum, Mettmann/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0
Ormai da diverso tempo sappiamo che Homo sapiens e Neanderthal hanno condiviso molto più che la geografia. Sono infatti noti alcuni tratti genetici che l’uomo moderno avrebbe ereditato dal suo cugino europeo, come la propensione a svegliarsi presto la mattina o il naso un po’ più alto. Uno studio recente tuttavia ha cercato di capire fino a che punto si siano spinte le nostre interazioni. Secondo i ricercatori, queste ultime sarebbero iniziate prima del previsto e continuate per migliaia di anni.
Le interazioni genetiche fra Homo sapiens e Homo neanderthalensis
Nel loro studio, pubblicato su Science, i ricercatori partono da una consapevolezza: finora abbiamo soltanto analizzato il flusso genico che dai Neanderthal è arrivato all’uomo moderno. E d’altronde si tratta di un approccio comprensibile: è molto più semplice studiare l’apporto di geni nel nostro patrimonio genetico che fare il contrario. Eppure, un team di genetisti dell'Università di Princeton e dell’Università di Nanchino ha cercato di guardare alle interazioni fra Sapiens e Neanderthal da un altro punto di vista.
Studiare il flusso genetico che parte dalla nostra specie verso i nostri cugini ha permesso di scoprire la reale portata dei contatti fra le due popolazioni. In pratica, le interazioni genetiche fra Sapiens e Neanderthal sarebbero iniziate già 250 mila anni fa e si sarebbero ripetute più volte. Fino a quella che secondo molti è l’estinzione del Neanderthal. Ma lo è davvero?
Studiare le tracce dell’uomo moderno nel genoma del Neanderthal: il metodo innovativo
Paul Hudson/Flickr - CC BY 2.0
Per trovare una risposta alla domanda, i ricercatori hanno analizzato il DNA dell’Uomo di Neanderthal contenuto in 2000 genomi umani moderni. Per farlo, si sono serviti di uno strumento chiamato IBDmix in grado di rilevare una proprietà chiamata “eterozigosi”, che può indicare un’alta diversità genetica. In pratica, i genetisti hanno cercato tracce di DNA di Homo sapiens all’interno delle tracce di DNA di Homo neanderthalensis contenuto all’interno del genoma umano. E hanno trovato qualcosa di molto interessante.
Secondo i risultati, infatti, le due specie si sono incrociate fra 250 mila e 200 mila anni fa una prima volta, e fra 120 mila e 100 mila anni fa una seconda volta. Alcuni lignaggi di uomini di Neanderthal contengono addirittura fra il 2,5% e il 3,7% di genoma dell’uomo moderno, una circostanza straordinaria che potrebbe anche mettere in dubbio l’estinzione dei nostri cugini, da un certo punto di vista.
Due specie diverse o un’unica grande specie?
Secondo i ricercatori abbiamo sempre sovrastimato le popolazioni di Neanderthal, che a un certo punto sarebbero state assimilate da quelle di Homo sapiens. Queste le parole del team di studiosi:
L’assimilazione dei Neanderthal nelle popolazioni umane moderne, man mano che si diffondevano in Eurasia, avrebbe effettivamente aumentato le dimensioni delle popolazioni umane moderne, diminuendo allo stesso tempo le dimensioni di una popolazione di Neanderthal già a rischio.
Nel tempo, infatti, il cromosoma Y dei Neanderthal sarebbe scomparso e avrebbe contribuito a questa assimilazione, accelerandola. Peraltro, pare che il nostro cromosoma Y si stia evolvendo molto velocemente, e potrebbe anche scomparire. La mescolanza fra i due patrimoni genetici è tale che Homo sapiens e Homo neanderthalensis potrebbero benissimo non essere due specie distinte. Al momento è difficile trarre conclusioni certe, ma di sicuro la storia dell’uomo moderno ha visto molteplici interazioni con i Neanderthal… fino alla loro assimilazione definitiva, migliaia di anni fa.