Trovato un “oceano” di acqua liquida nelle profondità di Marte: la scoperta dopo la missione NASA

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di Gianmarco Bonomo

13 Agosto 2024

Una rappresentazione della missione InSight Lander che ha studiato i terremoti su Marte

NASA/JPL-Caltech

Marte è ormai da diverso tempo uno degli obiettivi dell’esplorazione spaziale, con un interesse che non si limita alla ricerca di vita extraterrestre ma coinvolge anche la sua storia geologica e climatica. Oggi sappiamo che un tempo Marte aveva acqua allo stato liquido sulla superficie, oggi non più presente. Eppure, di recente alcuni ricercatori hanno scoperto che il pianeta rosso potrebbe ancora avere acqua liquida sotto la sua superficie. Ma com’è possibile? E cosa vuol dire per la ricerca di altri organismi? Scopriamolo insieme!

L’eredità della missione Mars Insight Lander della NASA

Lo studio di Marte sarebbe impossibile senza le sonde che diverse agenzie spaziali hanno lanciato sul pianeta rosso. Certo, le più conosciute sono i rover Curiosity e Perseverance, o il drone Ingenuity, ma non sono le uniche. La scoperta di un vero e proprio oceano d’acqua nelle profondità di Marte è una conseguenza della missione Mars InSight Lander della NASA, atterrata nel 2018 con il compito di studiare gli eventi sismici marziani. E in effetti, per quattro anni la sonda ha raccolto dati sulla geologia del pianeta rosso… ma non solo.

Sebbene InSight Lander sia ormai conclusa, i ricercatori hanno continuato a studiare i dati raccolti, che sembrerebbero confermare la presenza di acqua liquida a profondità fra i 10 e i 20 chilometri sotto la superficie del pianeta. Insomma, sostengono gli scienziati in uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, su Marte sarebbe ancora presente dell’acqua in forma liquida.

L’analisi delle onde sismiche marziane e la presenza di acqua liquida

NASA

Mars InSight Lander ha raccolto oltre 1300 registrazioni di scosse sismiche avvenute sul pianeta rosso, e questi dati hanno permesso ai ricercatori di scoprire la natura dei materiali attraversati dalle onde. Si tratta di una tecnica già impiegata sulla Terra per cercare risorse presenti in profondità come per esempio petrolio o gas, ma anche acqua. Proprio quest’ultima sembra essere presente a grandi profondità nella crosta marziana, ulteriore prova che un tempo Marte era ricco di fiumi e laghi.

Negli ultimi tre miliardi di anni, il pianeta rosso ha perso quasi tutta la sua atmosfera e con essa anche la sua acqua superficiale. Pare tuttavia che parte dell’acqua marziana sia rimasta all’interno del pianeta, un po’ come avviene sulla Terra dove ci sarebbero interi oceani nella crosta e nel mantello. Perché Marte dovrebbe essere diverso?

Acqua e vita

La scoperta delle riserve d’acqua nelle profondità di Marte apre nuove prospettive di ricerca che vanno in due direzioni diverse. Da una parte, i ricercatori possono comprendere meglio come funzionava il sistema di fiumi e laghi del pianeta rosso. Dall’altra parte, l’acqua liquida si ricollega al vecchio sogno dell’esplorazione marziana, la ricerca di forme di vita extraterrestre: dove c’è acqua può esserci anche vita, lo sappiamo, e nulla vieta che esse possano esistere anche nella crosta marziana.

Purtroppo, queste riserve non sono facilmente accessibili proprio per la loro profondità compresa fra i 10 e i 20 chilometri. Soltanto di recente è stato avviato un progetto che intende scavare la superficie terrestre e arrivare agli 11 chilometri di profondità: farlo su un altro pianeta sarebbe una sfida straordinaria. Come spesso accade nell’esplorazione spaziale, però, quelli che sembrano punti di arrivo sono soltanto dei punti di partenza per nuovi obiettivi e nuove scoperte. La scoperta di acqua liquida su Marte, sotto forma di sedimenti saturi o falde acquifere, può insomma riscrivere la storia dell’esplorazione spaziale. E forse anche il suo futuro.